Edizioni Karl&Rosa

Recensione del libro “In guerra con Tale” di Marisa Manno

Recensione del libro “In guerra con Tale” di Marisa Manno

Di Verena Del Pinto

Premessa


Vittorio Manno era un giovane nato in un piccolo paese del sud, San Donato, in provincia di Lecce. Figlio di padre muratore, aveva perso la mamma a tre anni e aveva vissuto la propria fanciullezza seguito nei limiti del possibile dalle sorelle maggiori che erano impegnate nei lavori agricoli e nelle faccende domestiche. Il parroco del paese, conoscendo la condizione della famiglia, per gentilezza lo aveva chiamato a fare il sagrestano in modo che restasse nel paese e potesse prendersi cura dei propri cari. Abitavano i una piccola casa di due stanze, proprio a fianco alla chiesa, dentro una corte dove si erano sistemate altre cinque famiglie.
Il ragazzo aveva vissuto liberamente, passando molto tempo per strada come facevano tutti i suoi coetanei poveri. Aveva frequentato la scuola fino alla seconda elementare e sapeva leggere e scrivere. Poi aveva dovuto trovarsi un impegno per imparare un mestiere. Aveva perciò frequentato le diverse botteghe artigiane del paese: quella del falegname, quella del calzolaio e quella dell’elettricista che si presentava come l’attività del futuro.
Aiutava anche il padre in alcune mansioni legate al suo impegno come sagrestano e frequentando spesso la chiesa aveva incontrato Giulia che seguiva con assiduità le
funzioni religiose insieme alla sua famiglia. Era stato amore a prima vista. Amore tenuto segreto perché il padre di lei, Leonardo, non aveva nessuna intenzione di permettere che la figlia frequentasse un ragazzo che non aveva “né arte né parte”. Aveva ben altri piani. Era sì un contadino ma col suo tenace lavoro ed una forza fisica fuori dal comune era riuscito a comperare dei terreni che lo mettevano in una condizione economica abbastanza tranquilla. Sperava perciò per Giulia un avvenire ancora migliore.
I due ragazzi invece erano pronti a lottare per difendere i propri sentimenti e, in seguito a contrasti ancora più violenti tra la ragazza e il padre, decisero di fuggire insieme.
Una vergogna e una ferita senza pari per Leonardo che chiese al sagrestano di suonare le campane a morto perché ormai considerava sua figlia perduta per sempre.
Vittorio e Giulia si trovarono un alloggio e un lavoro. Lui lavorava come elettricista quando lo chiamavano e lei come tabacchina in una fabbrica di tabacco a Lecce.
Ebbero una bambina, Maria, che purtroppo morì da piccola. Ci vollero molti mesi prima che Leonardo facesse pace con Giulia e offrisse a Vittorio la possibilità di lavorare in campagna con lui.
Poi, Giulia rimase incinta una seconda volta e nacque una bimba a cui dettero nuovamente il nome Maria.

Il romanzo


E’ qui che inizia la storia che l’autrice racconta nel romanzo “In guerra con Tale”.

Tale è naturalmente Vittorio che come migliaia di giovani, tutti definiti Tale dall’Amministrazione Militare, viene chiamato a svolgere il servizio militare a Trani e successivamente a Bengasi, nella “Quarta Sponda” dell’Impero d’Italia.
Qui Vittorio segue l’addestramento militare nel corpo del Genio e diviene radio-telegrafista. Conosce e si lega con altri giovani conterranei con i quali condividerà prima la scoperta della vita coloniale in Africa e poi la dolorosa esperienza della prigionia.
L’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania, il 10 giugno 1940, frantuma il sogno di rientrare nel suo paese, San Donato di Lecce, e ricongiungersi con la sua Giulia.
Viene catturato dagli inglesi alla fine del 1940 e passa i primi mesi nei campi di prigionia in Egitto, poi in Sudafrica e, infine, in Scozia dove viene trattenuto come prigioniero fino al marzo 1946, ben dopo la fine della guerra in Europa.
L’autrice ha ricostruito le diverse tappe del protagonista attraverso ricordi personali, ricerche in archivi, siti italiani e internazionali, lettura di diari di militari o parenti degli stessi e grazie a numerose fotografie inviate da Vittorio a Giulia.
L’intento non è solo raccontare quel tratto di vita del padre ma di una più vasta comunità del sud italiano illusa dalle roboanti promesse di benessere del fascismo e precipitata nella assurda realtà della guerra e nell’ amara esperienza della prigionia.
Il racconto è concepito come narrazione di quanto il protagonista e il gruppo degli amici genieri potevano sapere, non solo per esperienza personale ma anche attraverso
i giornali e la radio a cui potevano accedere.
L’autrice tuttavia ha inserito date e fatti accaduti durante la Seconda Guerra mondiale per mantenere un quadro di riferimento storico, se pur approssimativo.

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