Edizioni Karl&Rosa

Grecia: Convergenza delle lotte attorno al tragico anniversario di Tèmbi

Grecia: Convergenza delle lotte attorno al tragico anniversario di Tèmbi

Di A. Sartzekis

Da diverse settimane, il movimento studentesco, che ha avviato un’imponente mobilitazione per respingere il disegno di legge sulla creazione di università private, cerca di unire la sua lotta a quella del movimento operaio e contadino. La settimana scorsa, una “discesa su Atene” di carovane di trattori ha riunito 10.000 manifestanti solidali, attorno ai collettivi studenteschi e al PAME, il movimento sindacale del KKE (PC greco).
Mercoledì 28 febbraio abbiamo cambiato marcia, con una mobilitazione imponente ad un anno dalla tragedia ferroviaria di Tèmbi. Ricordiamo: lo scontro frontale di due treni che viaggiavano sullo stesso binario causò la morte di 57 persone. Attribuita dal governo all’errore di un direttore della stazione, questa strage ha messo in luce soprattutto lo stato disastroso dei servizi pubblici e del treno in particolare, al quale aveva portato la politica di privatizzazione. L’emozione e la rabbia hanno poi portato in piazza centinaia di migliaia di manifestanti. Da allora, il governo Mitsotakis ha utilizzato metodi scandalosi (che gli sono valsi la condanna del Parlamento europeo) per impedire una vera indagine e garantire giustizia alle vittime, come richiesto dall’associazione delle famiglie e da gran parte della popolazione. Non si tratta di dimenticare, come si legge su molti striscioni del 28 febbraio.


Un anniversario di lotta


Per onorare la memoria delle vittime e denunciare il crollo mortale dei servizi pubblici, l’ADEDY (Federazione sindacale del settore pubblico) ha indetto per il 28 una giornata di sciopero e di manifestazioni, chiedendo tra l’altro: + 10% sugli stipendi (un un insegnante parte da 734 euro, un’infermiera da 680 euro, ecc.), assunzioni massicce. E ha chiesto che il 28 febbraio diventi una grande giornata di mobilitazione. Un appello ampiamente sentito, anche se il management della Gsee (Confederazione Unica del Privato) non ha aderito. Ad Atene, cortei organizzati da vari settori pubblici, settori del settore privato, sindacati di base e su un viale parallelo alla manifestazione di ADEDY, PAME e KKE. E a migliaia, il settore educativo con gli insegnanti e, in numero impressionante, i giovani scolarizzati che mantengono intatta la loro rivolta di fronte alla tragedia di Tèmbi dove sono morti numerosi studenti. Sparsi in vari punti della manifestazione a causa del suo afflusso, grandissimi cortei studenteschi! Il loro rifiuto di creare università private è oggi ancora più giustificato. In questa grande manifestazione che sicuramente ha riunito almeno 40.000 persone, lo slogan comune a tutti era: “O i loro profitti o le nostre vite!” “. E in molte città, come Larissa, Karditsa, Patrasso, il 28 si sono svolte manifestazioni molto grandi piene di rabbia. A Salonicco sembrava ci fossero ancora più persone che ad Atene a denunciare quello che non era un incidente ma un crimine.


Una mobilitazione universitaria che non si indebolisce


Da due mesi, la mobilitazione contro il progetto di creazione di università private non si è indebolita, nonostante la repressione (poliziotti recentemente alla Facoltà di Giurisprudenza di Atene) e la propaganda sulla “necessità di essere un paese moderno” ! Le AG e le occupazioni continuano e ogni giovedì migliaia di studenti manifestano in tutto il Paese. Di fronte a ciò, il governo cerca di accelerare la situazione: intende far discutere il suo progetto molto rapidamente per una votazione in Parlamento l’8 marzo. Proprio come Mitsotakis si è rifiutato di dare qualsiasi cosa ai contadini, così dimostra l’intransigenza nonostante l’entità del rifiuto (studenti e personale universitario, sinistra parlamentare e perfino il Pasok costretti a rifiutare questo disegno di legge)… e la natura considerata illegale del suo progetto da parte di molti giuristi: la Costituzione non permette la creazione di università private, e questo comincia a diventare noto a tutti! La prossima settimana sarà un momento decisivo. Nessuna domanda per il movimento della rinuncia! Questa mattina sono tornati in piazza del Parlamento: i nomi delle 57 vittime, disegnati ieri a vernice, erano stati cancellati in serata dai servizi del Parlamento. Gli studenti li hanno riscritti a vernice, sotto lo sguardo dei poliziotti, affermando ad alta voce: “Non cancellerete questo crimine”. Una determinazione che merita la massima solidarietà!

Articolo tratto dal sito Lanticapitaliste.org

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare.